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| Casa editrice: Rusconi Collana: Narrativa Prima Pubblicazione: Ottobre 1970 Curatore: Quirino Principe Introduzione: Elèmire Zolla Copyright: © 1966 George Allen & Unwin Ltd © 1970 Rusconi Editore Traduzione dall'inglese: Vicky Alliata di Villafranca Formato: Cartonato cm 14 x 21,8 - 1368 pagine Copertina: Piero Crida e Mario Monge Note: Allegata la Mappa delle terre di mezzo |
Edizioni pubblicate:
1ª Edizione - Ottobre 1970
2ª Edizione - Gennaio 1971
3ª Edizione - Aprile 1971
4ª Edizione - ...................
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Indice:
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Note di copertina:
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Il Signore degli Anelli è un romanzo d'eccezione, al di fuori del tempo: chiarissimo ed enigmatico, semplice e sublime. Esso dona alla felicità del lettore ciò che la narrativa del nostro secolo sembrava incapace di offrire: avventure in luoghi remoti e terribili, episodi d'inesauribile allegria, segreti paurosi che si svelano a poco a poco, draghi crudeli e alberi che camminano, città d'argento e di diamante poco lontane da necropoli tenebrose in cui dimorano esseri che spaventano solo al nominarli, urti giganteschi di eserciti luminosi e oscuri; e tutto questo in un mondo immaginario ma ricostruito con cura meticolosa, e in effetti assolutamente verosimile, perché dietro i suoi simboli si nasconde una realtà che dura oltre e malgrado la storia: la lotta, senza tregua, fra il bene e il male. Leggenda e fiaba, tragedia e poema cavalleresco, il romanzo di Tolkien è in realtà un'allegoria della condizione umana che ripropone in chiave moderna i miti antichi.
Il Signore degli Anelli ha ottenuto in pochi anni un successo straordinario: tradotto in diciotto lingue, dal polacco al giapponese, è diventato un livre de chevet fra i giovani di tutto il mondo, soprattutto fra coloro che sono insoddisfatti dalla società dei bisogni artificiali e della nevrosi collettiva, e si sentono attratti da quella imperturbabilità di adolescenti saggi che rende tanto amabili i protagonisti del romanzo, da quella esilarante canzonatura della burocrazia arcigna e pedante che troviamo negli ultimi capitoli. Questo romanzo infatti nasconde fra le sue pieghe un giudizio ironico e severo nei confronti di un mondo, il nostro, che rivela sempre più chiaramente il suo carattere demonico.
L'autore, John Ronald Reuel Tolkien, nato nel 1892, massimo studioso vivente di letteratura inglese medievale e anglosassone, stranamente simile a certi suoi personaggi prediletti, ha composto la trilogia nell'arco di quattordici anni, nel periodo in cui era professore ad Oxford. Il romanzo è venuto crescendo tra le dita allo studioso innamorato dei suoi studi severi, delle sue rune, delle sue leggende, di cui si sentono qui le molte suggestioni e risonanze: lo splendore azzurro e dorato dei paesaggi, l'orrore «celtico» di certe creature, il suono bronzeo o argenteo dei n omi di persone e di luoghi.
Come scrive Elémire Zolla nella sua Introduzione, «Tolkien riparla, in una lingua che ha la semplicità dell'anglosassone o del medioinglese, di paesaggi che pare di avere già amato leggendo Beowulf o Sir Gawain o La Mort Arthur, di creature campate tra il mondo sublunare e il terzo cielo, di archetipi divenuti figure». C.S. Lewis ha scritto a sua volta: «non è immaginario il mondo che Tolkien ha proiettato, così molteplice, vero e completo nella sua intima coerenza. Nessun altro mondo è così palesemente oggettivo, purificato da ogni psicologismo individuale legato all'autore»; e Richard Hughes: «Per l'ampiezza dell'immaginazione [il romanzo] umilia ogni termine di confronto; la sua vivacità, la sua felicità narrativa trascinano il lettore da una pagina all'altra». E Auden infine: «È un libro di incredibile felicità».
Per il lettore italiano la pubblicazione del Signore degli Anelli è un'occasione importante per riacquistare il gusto del romanzo, inteso non come una gratuita successione di avvenimenti o come una gelida operazione sul linguaggio, ma come una narrazione che sia allusione a verità permanenti, uno stimolo a riflettere sul mistero della vita e della morte. Un classico, insomma, fiorito inaspettatamente in una società che pare in preda alle forze tenebrose descritte da Tolkien.
Il Signore degli Anelli ha ottenuto in pochi anni un successo straordinario: tradotto in diciotto lingue, dal polacco al giapponese, è diventato un livre de chevet fra i giovani di tutto il mondo, soprattutto fra coloro che sono insoddisfatti dalla società dei bisogni artificiali e della nevrosi collettiva, e si sentono attratti da quella imperturbabilità di adolescenti saggi che rende tanto amabili i protagonisti del romanzo, da quella esilarante canzonatura della burocrazia arcigna e pedante che troviamo negli ultimi capitoli. Questo romanzo infatti nasconde fra le sue pieghe un giudizio ironico e severo nei confronti di un mondo, il nostro, che rivela sempre più chiaramente il suo carattere demonico.
L'autore, John Ronald Reuel Tolkien, nato nel 1892, massimo studioso vivente di letteratura inglese medievale e anglosassone, stranamente simile a certi suoi personaggi prediletti, ha composto la trilogia nell'arco di quattordici anni, nel periodo in cui era professore ad Oxford. Il romanzo è venuto crescendo tra le dita allo studioso innamorato dei suoi studi severi, delle sue rune, delle sue leggende, di cui si sentono qui le molte suggestioni e risonanze: lo splendore azzurro e dorato dei paesaggi, l'orrore «celtico» di certe creature, il suono bronzeo o argenteo dei n omi di persone e di luoghi.
Come scrive Elémire Zolla nella sua Introduzione, «Tolkien riparla, in una lingua che ha la semplicità dell'anglosassone o del medioinglese, di paesaggi che pare di avere già amato leggendo Beowulf o Sir Gawain o La Mort Arthur, di creature campate tra il mondo sublunare e il terzo cielo, di archetipi divenuti figure». C.S. Lewis ha scritto a sua volta: «non è immaginario il mondo che Tolkien ha proiettato, così molteplice, vero e completo nella sua intima coerenza. Nessun altro mondo è così palesemente oggettivo, purificato da ogni psicologismo individuale legato all'autore»; e Richard Hughes: «Per l'ampiezza dell'immaginazione [il romanzo] umilia ogni termine di confronto; la sua vivacità, la sua felicità narrativa trascinano il lettore da una pagina all'altra». E Auden infine: «È un libro di incredibile felicità».
Per il lettore italiano la pubblicazione del Signore degli Anelli è un'occasione importante per riacquistare il gusto del romanzo, inteso non come una gratuita successione di avvenimenti o come una gelida operazione sul linguaggio, ma come una narrazione che sia allusione a verità permanenti, uno stimolo a riflettere sul mistero della vita e della morte. Un classico, insomma, fiorito inaspettatamente in una società che pare in preda alle forze tenebrose descritte da Tolkien.
Indice:
Pg. 5 Introduzione di Elémire Zolla
Pg. 18 Nota bio-bibliografica
Pg. 21 Nota del Curatore
Pg. 25 Prologo
Pg. 25 1. A proposito degli Hobbit
Pg. 32 2. A proposito dell'erba-pipa
Pg. 34 3. L'Ordinamento della Contea
Pg. 36 4. A proposito della scoperta dell'Anello
Pg. 39 Nota sulla documentazione della contea
Parte prima
LA COMPAGNIA DELL'ANELLO
LIBRO PRIMO
Pg. 47 I. Una festa a lungo attesa
Pg. 21 II. L'ombra del passato
Pg. 101 III. In tre si è in compagnia
Pg. 125 IV. Una scorciatoia che porta ai funghi
Pg. 140 V. Una congiura smascherata
Pg. 154 VI. La Vecchia Foresta
Pg. 170 VII. Nella casa di Tom Bombadil
Pg. 184 VIII. Nebbia sui Tumulilande
Pg. 201 IX. All'insegna del «Puledro Impennato»
Pg. 218 X. Grampasso
Pg. 233 XI. Un coltello nel buio
Pg. 257 XII. Fuga al Guado
LIBRO SECONDO
Pg. 281 I. Molti incontri
Pg. 304 II. Il Consiglio di Elrond
Pg. 343 III. L'Anello va a sud
Pg. 370 IV. Un viaggio nell'oscurità
Pg. 400 V. Il ponte di Khazad-dûm
Pg. 414 VI. Lothlórien
Pg. 438 VII. Lo Specchio di Galadriel
Pg. 455 VIII. Addio a Lórien
Pg. 470 IX. Il Grande Fiume
Pg. 488 X. La Compagnia si scioglie
Parte seconda
LE DUE TORRI
LIBRO TERZO
Pg. 507 I. L'addio di Boromir
Pg. 516 II. I Cavalieri di Rohan
Pg. 544 III. Gli Uruk-hai
Pg. 564 IV. Barbalbero
Pg. 595 V. Il Cavaliere Bianco
Pg. 617 VI. Il re del Palazzo d'oro
Pg. 640 VII. Il Fosso di Helm
Pg. 660 VIII. La via che porta a Isengard
Pg. 680 IX. Relitti ed alluvioni
Pg. 699 X. La voce di Saruman
Pg. 713 XI. Il Palantír
LIBRO QUARTO
Pg. 731 I. Sméagol domato
Pg. 751 II. L'attraversamento delle Paludi
Pg. 770 III. Il Cancello Nero è chiuso
Pg. 784 IV. Erbe aromatiche e coniglio al ragù
Pg. 801 V. La finestra che si affaccia a occidente
Pg. 825 VI. lo stagno proibito
Pg. 838 VII. Viaggio sino al Crocevia
Pg. 849 VIII. Le scale di Cirith Ungol
Pg. 865 IX. La tana di Shelob
Pg. 877 X. Messer Samvise e le sue decisioni
Parte terza
IL RITORNO DEL RE
LIBRO QUINTO
Pg. 899 I. Minas Tirith
Pg. 930 II. Il passaggio della Grigia Compagnia
Pg. 951 III. L'adunata di Rohan
Pg. 968 IV. L'assedio di Gondor
Pg. 997 V. La cavalcata dei Rohirrim
Pg. 1008 VI. La battaglia dei Campi del Pelennor
Pg. 1021 VII. Il rogo di Denethor
Pg. 1030 VIII. Le Case di Guarigione
Pg. 1046 IX. L'ultima discussione
Pg. 1059 X. Il Cancello Nero si Apre
LIBRO SESTO
Pg. 1073 I. La Torre di Cirith Ungol
Pg. 1095 II. La Terra d'Ombra
Pg. 1114 III. Monte Fato
Pg. 1132 IV. Il Campo di Cormallen
Pg. 1144 V. Il Sovrintendente e il Re
Pg. 1161 VI. Molte Separazioni
Pg. 1178 VII. Verso casa
Pg. 1188 VIII. Percorrendo la Contea
Pg. 1215 IX. I Rifugi Oscuri
APPENDICI
Pg. 1229 A) Annali dei Re e Governatori
Pg. 1230 I. I Re numenoreani
Pg. 1269 II. La Casa di Eorl
Pg. 1279 III. Il popolo di Durin
Pg. 1292 B) Il calcolo degli anni
Pg. 1313 C) Alberi genealogici
Pg. 1318 D) Calendario della Contea valido per tutti gli anni
Pg. 1327 E) Scrittura e pronunzia
Pg. 1327 I. Pronunzia di parole e nomi propri
Pg. 1332 II. Scrittura
Pg. 1345 F) Notizie etnografiche e linguistiche
Pg. 1345 I. Popoli e lingue della Terza Era
Pg. 1353 II. A proposito della traduzione
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